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Esclusiva - Rossi riparte da dirigente: "Voglio un calcio vero, questo Mondiale una pagliacciata"

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Giuseppe Rossi
Giuseppe RossiGIUSEPPE MAFFIA / NurPhoto / NurPhoto via AFP
L'ex talento azzurro, dopo essersi ritirato, intraprende la carriera da dirigente. Sarà il Direttore Tecnico del nuovo club americano North Jersey Pro Soccer. Una nuova avventura con la stessa voglia di calcio "pulito" che ha sempre inseguito..

Giuseppe Rossi riparte e questa volta senza i tacchetti ai piedi. L’ex attaccante della nazionale azzurra - e di Fiorentina, Parma, Manchester United, Villarreal tra le altre - inizierà una nuova avventura. Ma nessuna carriera da allenatore in vista: il futuro sarà da dirigente.

La sfida è impegnativa, ma le montagne da scalare non preoccupano “Pepito” che ha sempre dimostrato carattere e tenacia in campo e fuori, anche quando il destino si è accanito sul suo talento flaggellandolo con diversi infortuni. 

Un nuovo viaggio nel suo “vecchio” New Jersey, quello stesso Stato che gli ha dato i natali e dove ha iniziato a muovere i primi passi da calciatore al fianco del papà allenatore.

Nuovo inizio

Da oggi ricoprirà il ruolo di “Head of Sports”, una sorta di direttore tecnico del North Jersey Pro Soccer, nuova squadra dell’USL (la seconda divisione americana dietro alla più famosa MLS).

L’obiettivo è far crescere il club e costruire una nuova mentalità che possa valorizzare le nuove leve:

"Il settore giovanile in America – ammette Rossi – non è valorizzato abbastanza e si pensa troppo ai soldi. Non sono qui per i soldi, ma perché voglio portare avanti un progetto concreto per i giovani".

La traiettoria dei giovani calciatori americani è quasi sempre caratterizzata dall’esperienza nei college universitari che per certi versi è un bene, perché garantisce una istruzione elevata alle future leve calcistiche, ma per altri ne limita la crescita professionale:

"Voglio creare un percorso serio per questi giovani per farli arrivare a livelli più alti", aggiunge l’ex attaccante.

Giuseppe Rossi
Giuseppe RossiDiretta

Un modo di vivere e vedere il calcio con una mentalità un po’ più europea, cosa a cui si sta adattando la stessa lega. La USL, infatti, è in piena trasformazione e introdurrà un sistema di promozione e retrocessione dal 2027-28, un passo importante per avvicinarsi al modello mondiale.

"La MLS è troppo americana e non rispecchia il vero calcio. In USL ci saranno tre livelli che permetteranno retrocessioni e promozioni così come in tutto il mondo".

L’amore di “Pepito” per il calcio è puro, forse anche per questo ha deciso di non intraprendere la carriera di allenatore. Una decisione che, senza peli sulla lingua, afferma essere stata dettata dalla sua integrità e morale: 

"Non voglio stare in un mondo finto dove non posso essere me stesso – aggiunge – . Nel calcio di oggi si pensa troppo a trattative e soldi invece che al gioco vero. Io sono un uomo di campo e per me integrità e morale sono fondamentali".

E Rossi, nonostante viva per la maggior parte del tempo negli Stati Uniti, continua a seguire la Serie A con attenzione anche se "ho sempre nostalgia dell’atmosfera, del gol, del campo. Per questo guardo poco calcio, fa male".

Serie A interessante

Per la prossima stagione si aspetta un’altra annata competitiva come quella appena trascorsa: "Sarà una stagione come l’ultima, molto equilibrata, senza una squadra dominante. Quello appena passato credo sia stato uno dei campionati più belli degli ultimi anni".

I presupposti sembrano esserci, dal ritorno al Milan di Allegri alla scelta dell’Inter di affidare la panchina a un “giovane” allenatore come Chivu:

 "La scelta dell’Inter – aggiunge – mi sembra molto interessante. Vedremo se saprà gestire il gruppo e l’ambiente. Da calciatore è stato grande, ma da allenatore serve anche altro. Per quanto riguarda il Milan, invece, penso sia stata fatta una delle mosse migliori negli ultimi anni. Allegri è uno che sa vincere, conosce l’ambiente ed è un leader naturale. La squadra lo seguirà".

Un pensiero anche sulla Fiorentina con la quale Rossi ha giocato diverse stagioni:

 "Capisco la frustrazione dei tifosi, ma Commisso ha fatto ciò che un presidente dovrebbe fare. Forse la contestazione nasce dalla mancanza di continuità tecnica. Di allenatori bravi ne hanno avuti, adesso mi auguro che si trovi un po’ di stabilità con Pioli".

"Ringhio" l'uomo giusto

Chiuso il capitolo Serie A, l’ex numero 22 apre quello della Nazionale dove al timone è arrivato un vecchio amico, Rino Gattuso:

 "Scelta fenomenale. Gattuso è energia pura, è uno con cui vuoi andare in battaglia. Con lui ci ho giocato. Quando scendevo in campo mi veniva di tirare un pugno a tutto – ammette ridendo – . È questo che serve alla Nazionale: qualcuno che trasmetta voglia, grinta, senso di appartenenza. L’allenatore della Nazionale non deve insegnare gioco, ma dev’essere bravo a livello psicologico. Rino è uno che riesce a entrare nella testa dei giocatori e portarli tutti nella stessa direzione".

Se queste sono le condizioni, allora l’Italia può avere buone chance di qualificarsi per il prossimo mondiale. Un Mondiale con la finale programmata proprio al MetLife Stadium del New Jersey, a pochi chilometri da casa di “Pepito”.

Il Barça a un passo e la Spagna nel cuore

Gioie e dolori hanno costellato la carriera di Rossi che anche oggi non scherma le emozioni e non si nasconde sui rimpianti sul suo percorso personale. Una carriera che lo avrebbe potuto portare ancora più in alto: 

"Ero vicino al Barcellona, avevo tutto fatto, mancavano solo due milioni per la differenza tra bonus e fisso, ma il Villarreal non li voleva dare e il Barcellona ha detto no. Così hanno preso Alexis Sanchez".

In Spagna, Rossi arrivò dopo l’esperienza inglese, diventando un punto di riferimento del Villarreal, squadra che quest’anno tornerà in Champions League: "Se prendono i giocatori giusti, possono fare bene in Champions. Ai miei tempi avevamo giocatori esperti come Senna e Pires e arrivammo ai quarti. L’anno dopo eravamo tutti giovani, ero io la persona più anziana, avevo 24 anni, e quindi abbiamo fatto molto male, quindi credo che sia molto importante avere un buon mix".

Le ultime stagioni di Rossi
Le ultime stagioni di RossiDiretta

Un pensiero anche per Levante e Celta Vigo, entrambe ex squadre dell'ex calciatore azzurro. Due squadre che torneranno a giocare rispettivamente in prima divisione e in Europa: 

"Sono contento per il Levante e i suoi tifosi, è una piazza importante che meritano queste soddisfazioni. Il Celta, invece, è un club che ha vissuto delle grandi serate europee e spero per loro che possano viverle nuovamente. L’ultima volta in Europa c'ero anche io e siamo arrivati in semifinale di Europa League".

Avanti con Zirkzee

Poi Rossi butta anche uno sguardo oltremanica dove è cresciuto professionalmente sponda Manchester United: 

"A livello di attaccanti faccio sempre il tifo per Zirkzee, un giocatore capace di fare reparto da solo, ma anche in grado di giocare per la squadra. Lui è un 9 e per questo lo vorrei vedere un po’ più vicino alla porta, dove può trovarsi più spesso in situazioni pericolose, credo che sia la cosa più importante".

Poi continua: "Spero che i tifosi abbiano pazienza con Zirkzee. È uno che veramente può fare la differenza. Hojlund è giovane, bravo, ma non lo vedo al potenziale che può raggiungere Zirkzee".

Il circo che non fa ridere

Infine, l’ultima battuta, che è più una stilettata, la riserva alla Coppa del Mondo per Club:

 "È una pagliacciata. È un torneo che non mi interessa. È solo business, non fa bene al calcio. Non si pensa alla salute dei calciatori, ci sono infortuni continui. Meglio un Barcellona–Real una volta all’anno che tutte le settimane", afferma con un po' di amarezza.

Giuseppe Rossi guarda quindi avanti, ma senza dimenticare da dove è partito. E anche se oggi i tacchetti non sono più ai piedi, la passione per il calcio è più viva che mai.