Sul cambiamento di preparazione e sul suo stile di gioco
"Sono d'accordo sul fatto che in certe cose sono fuori dalla tipica visione ceca di un calciatore. Non sono d'accordo sul fatto che non sono un giocatore che corre, anzi, i dati sulla resistenza in Italia hanno dimostrato che ero uno dei giocatori che faceva più km in più in tutto il campionato. Ma probabilmente il mio modo di muovermi è fuorviante, con alcuni che pensavano che non mi impegnassi al 100%. Ma non era vero, non aveva nulla a che fare con l'impegno. Ad ogni modo, ora spero di cambiare anche questo aspetto, perché mi sono concentrato molto su questo nel mio allenamento e voglio cambiare. Sono curioso di vedere se i tifosi noteranno la differenza".
Sull'espulsione in una partita chiave agli Europei dell'anno scorso
"Fa ancora male, è scomodo e dal punto di vista sportivo è stato il momento peggiore della mia carriera. Era una partita molto importante per tutti: per noi giocatori e per tutti i tifosi cechi. C'erano molte sensazioni subito dopo la partita, ma quando pensi di aver toccato il fondo, vai a salutare la tua famiglia dopo la partita e ti rendi contro che quella è la parte peggiore. Per i due o tre mesi successivi i media hanno continuato a parlarne e a me ha dato fastidio per come tutto ciò ha colpito i miei cari. Non avrei potuto scegliere un momento peggiore di quello".
Sulle assenze dalla Nazionale
"La comunicazione con l'allenatore Hašek è stata buona dopo l'Europeo e lui ha avuto un ruolo importante nel mio passaggio in Turchia. Non volevo assolutamente andarci, ma al telefono mi ha detto di provarci, che se avrei giocato, avrebbe contato su di me. Sono andato in Turchia, ma da allora non sono più stato convocato in Nazionale. È stata una sua decisione, che ho rispettato totalmente, ma quando in autunno mi ha detto che era perché non giocavo molto in Turchia, anche se dentro di me non ero d'accordo, l'ho accettata. Sono pronto a rappresentare la Repubblica Ceca in qualsiasi momento, ho una grande voglia e spero che la partita contro la Turchia agli Europei non sia stata la mia ultima in Nazionale".
Sulla trasferta in Turchia
"All'inizio ho giocato molto, ma con il passare del tempo sono iniziate a succedere cose strane, abbiamo cambiato quattro allenatori e tre direttori sportivi in una sola stagione. Era il caos che si immagina quando si dice Turchia. Inoltre, la vita a Istanbul non ci si addiceva affatto, era un'esperienza molto interessante e forte, ma dal punto di vista calcistico non mi si addiceva affatto. Anche per questo, a cavallo dell'anno solare, ho deciso con il mio allenatore personale di dimenticarci di tutta la stagione, di non preoccuparmi di quanti minuti avrei giocato e di dedicare tutto il mio tempo alla mia crescita personale, allenandomi e lavorando duramente per raggiungere la forma migliore per la prossima stagione, in modo da poter arrivare alla Fiorentina in ottime condizioni quest'estate. Ho messo completamente in secondo piano la squadra in Turchia".
Sul ritorno alla Fiorentina
"Fin dal passaggio in Turchia mi sono prefissato di fare il salto di qualità. Ho un grande desiderio di avere successo nel club viola. Se sarò davvero bravo, credo che non si libereranno di me. D'altra parte, sono all'ultimo anno di contratto, si tratta dell'ultima possibilità. Ora la Fiorentina avrà come allenatore Pioli, che qualche anno fa mi voleva al Milan, ma purtroppo all'ultimo momento non è andata bene, quindi da quello che immagino non dovrei essere fuori dai suoi piani. L'Italia mi mancava e in Turchia ho capito cosa potevo perdere e mi sono reso conto che valeva davvero la pena lottare per questo".
Sull'arrivo di Pavel Nedved nel calcio ceco
"Sono molto contento per lui e credo che possa davvero aiutare tutto il calcio ceco. Ci siamo divertiti insieme, ci siamo incontrati qualche volta in Italia dopo le partite contro la Juventus. Mi ha detto molte cose che ancora ricordo, ed è sempre stato molto gradevole. Sono curioso di vedere cosa porterà, ma non credo che il suo arrivo avrà un impatto importante sul mio ritorno in Nazionale. Solo l'allenatore e il suo team sono responsabili delle convocazioni. Solo i migliori dovrebbero giocare, quindi se sarò tra questi, credo che tornerò in nazionale".