"Dal punto di vista della competitività è il posto migliore per me, ho la possibilità di dimostrare le mie qualità. Il Napoli è campione d'Italia, ha mostrato tutte le sue qualità. Cambia il clima rispetto all'Inghilterra e volevo dimostrare di poter giocare al più alto livello. Quando Manna è venuto a mostrarmi il progetto sono rimasto entusiasta, credo che Napoli sia stata la miglior scelta per me". Queste sono state le prime parole di Kevin De Bruyne nella conferenza stampa di oggi a Dimaro.
Dal luogo di ritiro del Napoli, il centrocampista belga ha poi motivato il suo passaggio in azzurro: "Ho passato una vita in Premier, poi ho preso la decisione di partire. Sarò a vita un calciatore del Man City, ma è terminata quell'esperienza e cercavo una nuova sfida. Questo progetto mi dà la possibilità di giocare ad alto livello, il progetto mostrato dal club dimostra che qui si vuole investire. Abbiamo già fatto 4-5 nuovi acquisti, gettando le basi per il futuro. Non sono più così giovane, ma penso di poter dare il mio contributo per far crescere la squadra e io imparerò dalla squadra".
Influenze
Immancabile, è arrivata la domanda sui condizionamenti da parte dei suoi connazionali Dries Mertens e Romelu Lukaku per accettare l'azzurro. De Bruyne ha risposto: "Ho chiamato entrambi per avere le loro opinioni su città e squadra. Mi hanno dato informazioni, ma è stata alla fine una mia decisione, presa insieme alla mia famiglia".
Il trequartista ha poi approfondito su Lukaku: "Romelu è rimasto molto contento quando ha saputo che sarei venuto qui. Lo conosco da quando avevamo 13 anni, è un'amicizia stretta, abbiamo anche convissuto al Chelsea per 2-3 mesi quando eravamo a Londra. Conosco Romelu, è qualcuno che conosce già l'allenatore e la squadra, ma ripeto che è stata una mia decisione al 100% e non ho rimpianti".
Propositi
Interrogato sul tecnico Antonio Conte, il numero 11 azzurro ha risposto: "Aiuta sicuramente la presenza di un allenatore così. È bello poter lavorare con lui. Ho lavorato con Guardiola 9 anni, ma poi ho lavorato anche con altri ottimi allenatori prima. Ogni allenatore ha il proprio stile. Tutti gli allenatori più bravi sono fenomenali dal punto di vista tattico, sono un po' pazzi, un po' come noi giocatori. Non credo che la squadra venga costruita attorno a me".
Infine, un commento sulla città e su come l'ha vissuta il suo compatriota Mertens, che tornerà a viverci dopo il ritiro: "Nove anni fa ero con Dries, ancor prima di sposarmi, feci un giro per la città e vidi la differenza di come la gente tratta i calciatori, la differenza rispetto a come vengono trattati i calciatori del Manchester City. L'amore, l'entusiasmo, la passione che questo popolo ha verso la squadra è incredibile. A volte è un po' tanto, ma si tratta di affetto, alla base c'è l'amore e finché c'è amore va bene".