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Dalla goleada al crollo, tra dubbi e lavoro da fare: le due facce dell’Inter di Chivu

Lautaro Martinez, capitano nerazzurro
Lautaro Martinez, capitano nerazzurroISABELLA BONOTTO / AFP
Dopo il successo in casa del Torino, la squadra di Chivu inciampa a San Siro mostrando limiti da correggere. Il tecnico dovrà lavorare su motivazione, equilibrio e un modulo tattico (quasi) definitivo prima della prossima sfida di campionato.

In pochi, probabilmente nessuno avrebbe immaginato un’inversione così netta in soli sei giorni. Dopo l’eloquente 5-0 rifilato al Torino, l’Inter si è trovata in difficoltà contro l’Udinese, cedendo in casa nonostante si fosse pure portata in vantaggio.

E così, i tifosi nerazzurri, ma anche gli osservatori neutrali, hanno lasciato San Siro con sensazioni contrastanti, consapevoli di aver visto due squadre completamente differenti in appena una settimana.

Le statistiche del match contro l'Udinese
Le statistiche del match contro l'UdineseFlashscore

Tra i punti critici emersi, spicca la pessima prestazione di Bisseck, protagonista sfortunato sul gol di Atta: e dire che Christian Chivu lo aveva preferito a Pavard, uno dei protagonisti della convincente vittoria alla prima giornata.

Restando alle individualità, serata negativa anche per Sucic che ha fatto un passo indietro, sovrastato dall'intensità del centrocampo friulano, anche perché non ha di certo ricevuto una mano da un Calhanoglu tutt'altro che brillante.

Tutti all'attacco?

Prestazione da rivedere anche per l'attacco: Chivu ha provato il 3-4-2-1 nella ripresa, chiudendo con un insolito 4-2-4 con Lautaro, Thuram, Bonny ed Esposito in campo: l’ingresso del giovane attaccante nerazzurro, per quanto positivo, non è bastato a ribaltare il risultato.

"Sicuramente non il risultato che sognavo, ma questo non puó cancellare il mio grande orgoglio per aver esordito in Serie A con questa maglia in questo stadio", il suo commento social  dopo il suo esordio in campionato a San Siro con la maglia dell'Inter.

Ora tocca a Chivu

"Abbiamo provato in tutti i modi a pareggiare", ha dichiarato Chivu in sala stampa. E non gli mancano le ragioni: "Se il cantiere è ancora aperto? Non abbiamo tempo, bisogna trovare soluzioni. Le aspettative sono alte, le gare sono difficili, ma la strada è tracciata: lavorare per migliorare".

Allo stesso tempo, però, il tecnico ha sottolineato la necessità di dover continuare a lavorare ancora sul gioco e sull’identità della squadra. L'obiettivo è quello di lasciarsi alle spalle l'era Inzaghi e costruire la sua Inter, consapevole che non sarà semplice. E non c'è dubbio che scommettere il più presto possibile su un determinato modulo tattico aiuterebbe i nerazzurri a migliorare i nuovi automatismi.

"Devo realizzare le mie idee con quelli che ho, altre soluzioni non ce ne sono. Ma bisogna specchiarsi meno e giocare più in verticale: non è semplice, i ragazzi vengono da anni di abitudini che non si cancellano in una settimana. La responsabilità è mia, ma bisogna trovare qualche stimolo in più. Non siamo più scarsi rispetto alla prima giornata e siamo sempre un cantiere aperto. Bisogna trovare la motivazione giusta e lavorare sodo, il campionato è lungo".

Segnale

La sconfitta contro l’Udinese, arrivata dopo una vittoria roboante, non deve allarmare eccessivamente: siamo ancora alla seconda giornata e farne un dramma sarebbe solo controproducente.

Il tecnico nerazzurro, Christian Chivu
Il tecnico nerazzurro, Christian ChivuTIZIANO BALLABIO / NurPhoto / NurPhoto via AFP

Tuttavia, è un segnale utile per capire su cosa lavorare in vista dei prossimi impegni, soprattutto considerando le aspettative altissime su una squadra che è vicecampione d’Europa in carica.

E sotto questo aspetto, non c'è dubbio che la pausa per le nazionali darà a Chivu due settimane in più per analizzare gli errori e correggere la rotta.