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Balotelli a cuore aperto: "Cerco un club che mi dia fiducia, non ci sono più le bandiere di un tempo"

Mario Balotelli
Mario BalotelliSimone Arveda / GETTY IMAGES / AFP
L'attaccante, pronto ormai a compiere i 35 anni di età, ha parlato del suo difficile presente senza squadra e lontano dai suoi figli. E ha anche ironicamente svelato il suo sogno: "Vorrei giocare nel Real Madrid"

Domani Mario Balotelli compirà 35 anni. E per l'occasione ha rilasciato un'intervista alla Gazzetta dello Sport nella quale chiede un solo regalo: "Salute, per me e per i miei cari". L'attaccante, che nell'ultima stagione ha registrato poche e minute presenze con il Genoa, è convinto di poter ancora dare qualcosa. Interrogato su dove potrebbe giocare nella prossima stagione ha risposto, ridendo: "Vorrei rispondere ma non riesco. Cerco un club che mi dia fiducia. Voglio giocare altri due-tre anni. Poi, vado da mio fratello Enock".

In modo scherzoso, ha lanciato la solita provocazione dicendo: "Il mio sogno è giocare nel Real Madrid...". In seguito ha rivelato: "Ora gioco nel Vado tra i dilettanti. Ma ho promesso che chiuderò la carriera giocando insieme a mio fratello, e adesso mi sento pronto. Mi esercito con la boxe thailandese e mi sono allenato con il campione del mondo Rodtang. Mi diverto e mi fa bene. È uno sport duro".

Per quanto riguarda il calcio di oggi, ha poi dichiarato: "Sono innamorato del calcio giocato. Però stanno cambiando troppe cose. In campo vedo tanti atleti alti 1,90 metri, ma nessuno salta più l’uomo. Anche perché adesso appena i ragazzini fanno un tunnel finiscono in castigo".

Le recenti statistiche di Balotelli
Le recenti statistiche di BalotelliFlashscore

Interrogato sulla sua gioventù, ha poi rivelato: "Mi è rimasto un sogno, quel periodo passato a Barcellona, poi Moratti offrì di più al Lumezzane e passai all’Inter. In blaugrana ero con i fratelli Dos Santos, con Thiago Alcantara, Bojan. Si giocava liberamente. Ci insegnavano solo la tecnica: stop e passaggio al volo, niente tattica. Era una gioia andare in campo, quella squadra non era legale, vincevamo 15-0".

Alla domanda sulla sua passione calcistica, ha risposto: "Da ragazzo simpatizzavo per i nerazzurri perché il mio idolo era Ronaldo il Fenomeno, poi non ho mai nascosto la mia simpatia per il mondo rossonero. Ma essere tifoso è un’altra cosa". E sui rossoneri ha proseguito dicendo: "Sono felice del ritorno di Allegri ed è un bene che si riveda Galliani. Sono due figure importanti".

Sulla nazionale

Sulla domanda su cosa rimpiange più in carriera Balotelli è stato chiaro: "In generale potevo metterci più impegno. Mi resta il rimpianto della Nazionale: potevo giocare di più. Se avessi avuto più chance magari avrei potuto avvicinarmi a Riva. Qualcuno non mi voleva in azzurro… Ma è acqua passata". Per quanto riguarda Gattuso non ha dubbi: "Rino merita il mio in bocca al lupo. Ce la metterà tutta".

Da attaccante è stato anche interpellato sulla mancanza di goleador di qualità tra gli azzurri: "È un problema serio. Ai giovani non viene data continuità, li mandano nelle serie inferiori e dopo pochi mesi cambiano già maglia. Si perdono". Ci sono, però, alcuni che promettono: "Al Genoa mi sono allenato con Venturino, ha buoni colpi: merita fiducia. Anche Camarda l’ho visto in alcuni spezzoni nel Milan e sono curioso di vedere come si muoverà nel Lecce. A me però piace soprattutto Pio Esposito. Conosco suo fratello Seba e l’ho visto più volte dal vivo a Brescia. Ha tutto per sfondare. Mi auguro che si faccia spazio nell’Inter, può essere la sorpresa. Ma per stare ad alti livelli bisogna rompere il ghiaccio".

Su Lookman

Infine, gli è stato chiesto sulla vicenda Lookman: "Nel mercato ci sono tante storie strane, se non le si conosce bene si rischia di dire inesattezze. E in questa vicenda vedo troppi commenti". E riguardo la situazione attuale, ha ricordato un suo episodio in nerazzurro: "Mi sono pentito da tempo per quel gesto a San Siro, quando mi tolsi la maglia dell’Inter. Per questo ora dico che al posto di Lookman, con la testa di oggi, non avrei cancellato dai social le foto con la maglia dell’Atalanta".

Poi, la chiosa su una dinamica del calcio moderno: "È vero che non esistono più le bandiere, che i giocatori prima o poi se ne vanno. Ma i tifosi non c’entrano niente. Meritano riconoscenza e rispetto. E non vale solo per gli atalantini".