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Lo strano caso dell'irriconoscibile Manchester City di Guardiola: anatomia di una crisi totale

Ci sarà anche una settima?
Ci sarà anche una settima?ADRIAN DENNIS / AFP
Il club campione d'Inghilterra in carica ha iniziato come peggio non avrebbe potuto la stagione 2024-2025. E no, non possono bastare gli infortuni, tanti e ripetuti, a spiegare la preoccupante involuzione tecnico-tattica di una squadra che sembra aver perso la bussola: a cominciare dal proprio allenatore che, pochi giorni fa, ha rinnovato il proprio contratto fino al 2027.

Poteva essere la partita del riscatto e, invece, è stata quella della conferma. E il problema è che, in questo periodo, l'ultima cosa di cui ha bisogno il Manchester City sono conferme. 

La sconfitta contro il Liverpool ha, infatti, confermato che la squadra campione d'Inghilterra in carica sta attraversando la sua peggior crisi da quando Pep Guardiola è arrivato sulla sponda skyblue di Manchester con la missione e l'obiettivo di ribaltare le gerarchie sulle rive dell'Irwell.

Il match di Anfield
Il match di AnfieldFlashscore

E c'è riuscito il tenico catalano. Eccome se c'è riuscito. Ai tifosi del Liverpool che gli cantavano in coro che domani, ossia oggi, lo avrebbero licenziato, il miglior allenatore del mondo ha risposto alzando sei dita al cielo.

Le sei dita

Si tratta dei sei titoli di Premier League conquistati in otto anni: "Tutti gli stadi vogliono licenziarmi, è iniziato tutto a Brighton e, forse, hanno ragione visti i risultati che abbiamo ottenuto ultimamente. Dai tifosi del Liverpool, però, non me lo aspettavo".

Un commento, quest'ultimo, amaro che Pep non avrebbe fatto in tempi di bonanza: "L'eccezione è la realtà che abbiamo vissuto per otto anni", ci ha tenuto, non a caso, a sottolineare quando gli hanno fatto notare che non era mai passato per una crisi del genere.

Amarezza mista a nervosismo. Come quando, dopo essersi presentato in zona mista e in conferenza stampa con il volto e la testa pieno di graffi non è stato pronto a ribattere con la battuta giusta, quella che gli è mai mancata, sin dai tempi dei favolosi botta e risposta spagnoli con José Mourinho: "Me li sono fatti da soli, volevo farmi del male", ha assicurato, scusandosi poco dopo sui social.

Autolesionismo

In realtà, il vero autolesionismo Guardiola e la sua squadra lo stanno praticando in campo: irriconoscibili, sia nella forma che nella sostanza. Nel primo tempo disputati a Alnfield, i cityzen sono stati vittime del torello che di solito infliggono agli avversari.

Poi, una volta in vantaggio di due reti, i reds hanno consegnato, invece, la palla agli avversari coscienti di come, in questo momento, il possesso palla di Gundogan e compagni sia oltremodo sterile.

Le statistiche dell'incontro di Anfield
Le statistiche dell'incontro di AnfieldFlashscore by StatsPerform

Comportamenti contraddittori in campo propri di una nave senza rotta che, in fin dei conti, sono in linea con i messaggi confusi lanciati dal proprio timoniere che un giorno dice "mi fido di questi giocatori più che mai" e il giorno dopo sottolinea che "bisogna dimostrare di impegnarsi ogni giorno.

Allo stesso modo, mentre dice che "possiamo ancora fare buone cose in questa stagione" assicura che "nella situazione in cui siamo, non è realistico pensare a grandi obiettivi". 

Il fantasma della retrocessione

Quello che è certo è che il capitano non abbandonerà la propria nave, men che meno se questa dovesse affondare: "Torneremo, lo so. Non so quando, ma torneremo. È ora che devo dimostrare il mio valore".

Stesso discorso quando si tratta di affrontare la possibilità che la Commissione Indipendente nominata dalla Premier league decida di ritenere colpevole il Manchester City di uno o di tutti i 115 capi di accusa mossi dalla lega per aver, presumibilmente, infranto le norme el Fair Play Finanziario.

"Cosa accadrà se dovessero decidere di escluderci dal campionato? Che io sarò ancora qui. Non so in quale divisione ci manderanno, ma quello che posso assicurare è che la stagione successiva otterremo la promozione e così via fino a tornare in Premier League".

Una vera e propria dichiarazione d'amore sulla quale, però, non sappiamo quanto siano d'accordo i suoi campioni. Anzi, il precedente Juve - Calciopoli 2006 - ci racconta che sono stati in pochi, pochissimi a giurare amore eterno alla vecchia Signora.

Lo stato di forma del City
Lo stato di forma del CityFlashscore

Per il momento, l'unica cosa che sembra certa - sebbene in questi casi i rinvii sono all'ordine del giorno - è che il verdetto definitivo della Commissione potrebbe arrivare già all’inizio del 2025.

Non si tratta di una scusa né di un alibi. Tuttavia, non dev'essere semplice giocare con la preoccupazione che tra qualche settimana, una Commissione decida che a prescindere dai risultati che otterrai in campo, la prossima stagione la dovrai disputare in Seconda, Terza o Quarta Divisione.

Crisi totale

Di certo, nemmeno la dea bendata è stata, negli ultimi tempi, dalla parte del City. Salvo miracoli, Rodri non tornerà in campo prima della prossima stagione. La sua sola assenza, però, non può bastare a spiegare la crisi di una vera e propria corazzata che, tra gli altri, ha perso anche per troppo tempo quello che, dai suoi compagni di squadra, è ancora oggi considerato il loro faro: capitan Kevin De Bruyne.

Il fuoriclasse belga, ormai, passa più tempo in infermeria che in campo. Allo stesso modo, lo stato di forma di Kyle Walker, che da De Bruyne ha ereditato la fascia di capitano, è tutt'altro che brillante. E che dire di Bernardo Silva e Phil Foden?

Gli infortuni recenti di De Bruyne
Gli infortuni recenti di De BruyneFlashscore

In attacco, Erling Haaland può fare tanto, ma non tutto. E sotto questo punto di vista la cessione di Julián Álvarez non è stata di certo una buona decisione.

Perché, sebbene la Araña non ne voleva sapere di restare a Manchester, il City avrebbe dovuto pensare innanzitutto al proprio bene, trovando il suo sostituto ideale prima dargli il permesso di trasferirsi a Madrid.

La situazione di classifica del City in Premier
La situazione di classifica del City in PremierFlashscore

Alla base dei successi del club inglese, tuttavia, c'era sempre stata la sua invidiabile solidità difensiva. Ed è per questa ragione che i 19 gol incassati nelle prime 13 partite di Premier e i 7 in cinque gare di Champions League sono una chiara cartina al tornasole del momento City.

È vero che fino a poco tempo fa Guardiola non aveva praticamente centrali a propria disposizione, ma è anche vero che chi c'era non ha fatto la sua parte. Prova ne sia che in porta, contro il Liverpool schiacciasassi di Arne Slot, Pep abbia preferito Stefan Ortega a Ederson. Ebbene sì, la crisi dell'irriconoscibile Manchester City di Guardiola è davvero totale, proprio come il suo calcio.