Paul Doyle, 54 anni, è scoppiato in lacrime nel banco degli imputati mentre venivano letti in aula i racconti delle vittime, che hanno descritto le cicatrici fisiche e psicologiche durature subite da chi è rimasto coinvolto nell’incidente del 26 maggio.
Il giudice Andrew Menary ha detto a Doyle che quella che doveva essere una giornata di festa collettiva si è invece trasformata in un “lascito duraturo di paura, ferite e perdite”.
“Le tue azioni hanno causato orrore e devastazione su una scala mai vista prima da questo tribunale,” ha dichiarato il giudice.
Le immagini della dashcam mostrate in aula hanno ripreso Doyle sempre più furioso mentre guidava il suo veicolo tra la folla, urlando insulti e inveendo mentre si lanciava direttamente contro le persone.

“Le conseguenze si sono estese ben oltre le persone nominate nell’imputazione,” ha sottolineato il giudice Menary, ricordando che genitori, bambini, agenti di polizia, turisti e passanti sono rimasti coinvolti in eventi che inizialmente si temeva fossero un attacco terroristico.
Il giudice Menary ha evidenziato come il disprezzo di Doyle per la vita umana “sfidi ogni comprensione comune”.
Il pubblico ministero Paul Greaney ha dichiarato alla Crown Court di Liverpool che Doyle aveva usato la sua auto come un’arma, ferendo 134 persone in meno di dieci minuti.
“Ha perso la testa nel desiderio di arrivare dove voleva,” ha detto Greaney. “Accecato dalla rabbia, si è scagliato contro la folla con l’intenzione di causare gravi danni.”
Il mese scorso Doyle si è dichiarato colpevole di 31 capi d’accusa, tra cui lesioni gravi con intento, ferimento con intento, rissa e guida pericolosa.
In precedenza aveva negato le accuse, ma ha cambiato versione il secondo giorno del processo a novembre, ammettendo tutte le imputazioni, che riguardano 29 vittime di età compresa tra sei mesi e 77 anni.
Tra le vittime c’era anche un neonato di sei mesi, sbalzato fuori dal passeggino ma rimasto illeso. Sebbene nessuno sia morto, 50 persone hanno avuto bisogno di cure ospedaliere.
In aula è emerso che Doyle era partito da casa sua a West Derby a bordo di una Ford Galaxy Titanium grigia, con l’intenzione di “andare a prendere un amico” in centro città.
Per oltre sette minuti ha investito indiscriminatamente i pedoni, tra urla di terrore, arrivando persino a fare retromarcia su altre persone e a scontrarsi con un’ambulanza.
L’auto si è fermata solo quando diverse persone, tra cui dei bambini, sono rimaste incastrate sotto il veicolo, e un passante è saltato a bordo negli ultimi 16 secondi di quella folle corsa, secondo l’accusa.
Un uomo salito in auto ha inserito la marcia in posizione di parcheggio, contribuendo a fermare il veicolo.
Il detective capo ispettore John Fitzgerald della polizia del Merseyside ha descritto l’accaduto come il filmato più sconvolgente visto in vent’anni di servizio.
“È difficile comprendere come qualcuno possa investire delle persone in preda alla rabbia solo per arrivare dove vuole,” ha commentato.
La polizia ha subito escluso la matrice terroristica, parlando di un caso di rabbia stradale estrema.
