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Esclusiva | Reijnders raccontato dai suoi ex allenatori: "Non l'avrei detto e invece..."

Tijjani Reijnders festeggia il suo gol all’esordio con il Manchester City
Tijjani Reijnders festeggia il suo gol all’esordio con il Manchester CityGodfrey Pitt / Actionplus / Profimedia / Flashscore

Con Tijjani Reijnders ormai giocatore fondamentale per Manchester City e Olanda, Finley Crebolder di Flashscore ha parlato con due dei suoi ex allenatori per raccontare il suo percorso verso l’élite.

Quando è stata annunciata la più recente convocazione della Olanda, figurava Frenkie de Jong, uno dei migliori centrocampisti al mondo. C’era anche Ryan Gravenberch, attuale Premier League Young Player of the Season. Presente anche Xavi Simons, appena diventato l’acquisto più costoso nella storia del Tottenham (65 milioni di euro). E c’era anche Justin Kluivert, che si è affermato come uno dei migliori numeri 10 in Inghilterra con 14 gol nell’ultimo anno.

Eppure, nessuno dubitava che Tijjani Reijnders sarebbe stato titolare nella formazione ideale di Ronald Koeman.

Nelle due partite successive, ha giocato 135 minuti e segnato il suo quinto gol in nazionale; ora il centrocampista è vicino alle 30 presenze, a soli due anni dall’esordio.

Le cose stanno andando altrettanto bene anche a livello di club. La scorsa stagione è stato nominato miglior centrocampista della Serie A e si è guadagnato il trasferimento dal Milan al Manchester City per 55 milioni di euro.

Da allora ha avuto un inizio solido, anche se non spettacolare, nella lega più competitiva al mondo: un gol e due assist nelle prime sette partite, con una media di 7.1 nel sistema di valutazione interna di Flashscore.

A differenza di molti altri top player, però, la sua ascesa non era affatto scontata agli inizi.

“Non mi ero reso conto che fosse così forte come lo è oggi” mi ha raccontato Henk Brugge, che era allenatore nel settore giovanile del PEC Zwolle quando Reijnders arrivò a 12 anni.

“Aveva molto talento, era speciale già allora, ma che potesse diventare uno dei migliori al mondo era solo una speranza.”

A 14 anni, Reijnders lasciò il PEC Zwolle per un settore giovanile più importante, quello del FC Twente, ma tornò cinque anni dopo, dopo essere stato svincolato.

Trascorse un anno con la squadra Under 19 del club, allenata proprio da Brugge, e poi fece il suo debutto in prima squadra all’inizio della stagione 2017/18.

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Lavorando di nuovo con lui, Brugge vide Reijnders faticare dal punto di vista fisico.

“Era un giocatore tecnico, con grande intelligenza calcistica, ma fisicamente non era ancora maturo,” ha spiegato. 

“Era biologicamente più giovane rispetto ai compagni.

“Per via del fisico, a volte faceva fatica a competere con giocatori più forti e maturi fisicamente.”

Tuttavia, Reijnders non si è mai lasciato frenare dai limiti fisici, impressionando Brugge per intelligenza e atteggiamento.

“Proprio per il fisico, doveva essere più intelligente degli altri: nel posizionamento, nella tecnica, nell’intelligenza di gioco e nelle capacità. E lo era!”

“Aveva anche una mentalità eccezionale, e affrontava ogni sfida con il sorriso.”

All’epoca, Reijnders lavorava part-time in un supermercato Aldi locale, ma la svolta arrivò appena due settimane dopo il debutto con il PEC Zwolle, quando fu acquistato dall’AZ.

Il club di Alkmaar è tra i migliori nei Paesi Bassi per la crescita dei giovani talenti: Mousa Dembele, Teun Koopmeiners, Vangelis Pavlidis e Milos Kerkez sono solo alcuni dei talenti lanciati e poi partiti verso palcoscenici più importanti.

Il centrocampista si è subito messo in mostra, segnando tre gol e fornendo cinque assist con il Jong AZ nella prima metà di stagione in seconda divisione, e quando Koen Stam è diventato allenatore di quella squadra poco meno di un anno dopo, ha subito apprezzato le sue qualità.

“Tijjani era un vero amante del calcio,” ha raccontato.

“Era libero, solare, e si divertiva sia in allenamento che in partita".

“Dopo l’allenamento, voleva sempre fermarsi un po’ di più per provare le punizioni o giocare con i compagni o con gli allenatori.”

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Come Brugge, anche Stam è rimasto colpito soprattutto dall’aspetto mentale del gioco di Reijnders.

“È un giocatore intelligente, che apprende costantemente, assimila informazioni e riflette molto, sempre alla ricerca di modi per migliorarsi".

“Aiuta anche il fatto che ami davvero il calcio e provenga da una famiglia stabile che gli ha sempre dato feedback costruttivi.”

Nonostante le ottime prestazioni con la squadra giovanile, però, Reijnders ha collezionato una sola presenza in Eredivisie con l’AZ nelle sue prime due stagioni, e a 21 anni aveva appena tre presenze tra i professionisti.

Nel 2020, però, è finalmente esploso e da allora non si è più fermato.

“Quando ha avuto finalmente le sue occasioni in prima squadra all’AZ, si vedeva che aveva il potenziale per arrivare in nazionale,” ha detto Stam.

Cinque anni dopo, giocando ai massimi livelli, è diventato un centrocampista con il vizio del gol, grazie soprattutto all’intelligenza sottolineata da Brugge e Stam: a 27 anni trova spesso spazio in area affollata e si inserisce alle spalle delle difese con tempi perfetti.

Molti dei suoi gol sono stati autentiche prodezze dalla distanza, e entrambi gli allenatori sono rimasti colpiti dai suoi progressi tecnici.

“Le sue doti migliori sono la tecnica abbinata a un’ottima coordinazione,” ha dichiarato Stam.

Brugge è entusiasta di vedere cosa sia diventato il suo ex allievo, che considera ormai un giocatore completo, e pensa che la sua passione per il calcio sia ancora oggi una delle sue armi migliori.

“Ama ogni minuto! Tecnicamente superbo, legge il gioco, intelligenza calcistica, sa segnare e difendere. Un giocatore completo, eccezionale”.

In Olanda si discute su quale sia la posizione ideale di Reijnders, visto che Koeman lo ha avanzato come numero 10 per fare spazio a Gravenberch.

Entrambi gli allenatori pensano che possa giocare dietro la punta, ma concordano che renda meglio in una posizione più arretrata.

“Credo possa giocare in ogni ruolo a centrocampo, ma da mezzala esprime al meglio le sue qualità”, afferma Brugge.

“Si trova a suo agio con la palla, sia basso che alto sul campo. Un vero centrocampista box-to-box”.

“Secondo me dà il meglio da mediano o mezzala; può essere molto forte nella costruzione ma anche decisivo negli ultimi metri”, dice Stam.

Alcuni si chiedono se riuscirà ad affermarsi in Premier League, visto che non ha più segnato dopo il gol all’esordio contro i Wolves, anche se ha fornito assist contro Napoli e Arsenal da allora.

Tuttavia, quando gli abbiamo chiesto se secondo loro ce la farà, Brugge e Stam hanno risposto all’unisono: “Assolutamente sì”

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AutoreFlashscore