Privata della possibilità di partecipare al Mondiale 2026, la Palestina guarda ora avanti di quattro anni. Portogallo, Spagna e Marocco ospiteranno il Campionato del Mondo 2030 e il grande sogno dello Stato arabo è quello di esserci.
In questo senso, il commissario tecnico della Federazione calcistica palestinese, Ehab Abu Jazar, ha fatto un viaggio in Cile per trovare giocatori. Il paese sudamericano ospita infatti la più grande comunità palestinese fuori dagli Stati arabi e ha formato una comunità importante, che ha persino dato vita a un club di prima divisione: il Palestino.
"Abbiamo un gran numero di giovani fuori dalla Palestina e ora vogliamo creare una banca dati in Cile, Libano ed Europa. Ovunque si trovino, vogliamo raggiungerli", ha rivelato il tecnico palestinese all'agenzia EFE.

D'altronde, la presenza di giocatori di origine cilena nella nazionale palestinese non è così fuori dalla norma. Roberto Bishara e Roberto Kettlun, infatti, sono due esempi di calciatori che hanno dato un contributo al calcio palestinese.
"Al momento, praticamente non si praticano sport in Palestina. Non è solo che non ci sono tornei, è che non c'è alcuna attività sportiva. Il campionato palestinese è sospeso da ottobre 2023. Tutti gli aspetti dello sport a Gaza sono stati colpiti, ed è molto difficile muoversi in Cisgiordania".
Jazar ha poi concluso: "Cercano di eliminare gli sport palestinesi, ma noi cerchiamo di aumentare la nostra resilienza attraverso le squadre nazionali e di partecipare a tutte le competizioni per due motivi: primo, per garantire la presenza del nome e della bandiera della Palestina e, secondo, per continuare a migliorare".
Il sogno ora è quello di partecipare al Mondiale 2030 e dovrà sempre essere realizzato fuori dal Paese, anche se lo stadio Faisal Al-Husseini, in Cisgiordania, è riconosciuto dalla FIFA. "Alcune persone potrebbero pensare che sia impossibile, ma noi siamo fiduciosi", ha concluso l'allenatore palestino.