Altri

Esclusiva | Julio Tous, preparatore atletico del Barça: "Con Flick c'è intesa, Lamine straordinario"

Julio Tous parla con Flashscore
Julio Tous parla con FlashscoreFlashscore
Julio Tous è considerato uno dei massimi esperti mondiali di preparazione fisica. Attualmente guida il reparto atletico del Barcellona sotto la direzione tecnica di Hansi Flick, dopo aver trascorso oltre un decennio al fianco di Antonio Conte tra Juventus, Chelsea, Inter e Nazionale italiana. Nella prima parte di un’intervista esclusiva rilasciata a Sergio Levinsky per Flashscore, Tous commenta e analizza i principali temi d’attualità del calcio internazionale.

Dopo una stagione così positiva per il Barça, esiste un metodo Flick o un metodo Tous?

C'è un metodo Barcellona, si potrebbe dire anche un metodo Barça, di cui credo si debba parlare perché Barcellona è una città tradizionalmente caratterizzata dall'innovazione. Quindi, ovviamente, la punta di diamante, diciamo, è il Barça come club professionale esemplare, quasi unico al mondo per il numero di sezioni sportive che ha.

Ci sono due percorsi che si intrecciano: da una parte quello già esistente a Barcellona, con la filosofia del Barça, e dall’altra uno staff di allenatori guidato da Flick, che porta naturalmente alcune idee dalla Germania. Queste due visioni stanno creando una sinergia davvero interessante. Per me, è probabilmente l’aspetto più significativo di questa nuova stagione. Fin dal primo confronto con Flick e il suo staff, c’è stata intesa: ci ha detto subito "Fate pure tutto quello che serve, nessun problema".

Ecco, credo che per noi che lavoriamo sul campo con i giocatori, questa apertura e collaborazione abbiano avuto un impatto enorme. La sinergia tra la cultura tedesca e quella della scuola del Barça sta facendo la differenza.

"Il numero di competizioni nel calcio è un massacro"

Lei lavora molto sulla forza per prevenire gli infortuni.

Nel calcio moderno, gestire la salute e le prestazioni dei giocatori è diventato fondamentale. Il calendario è un vero massacro, con un numero crescente di competizioni ogni anno. Quest’anno, per esempio, si aggiunge un’altra competizione alla quale fortunatamente non partecipiamo, il che aiuta a preservare la salute dei calciatori. Tutti vogliono vincere la Coppa del Mondo per Club, che sarebbe l’ideale, ma dal punto di vista della prevenzione rappresenta un problema serio. Un rapporto FIFA ha evidenziato il caso di Lautaro, che ha disputato molte partite con meno di cinque giorni di recupero tra una e l’altra, una situazione insostenibile nel lungo periodo.

La mancanza di un freno agli infortuni ha portato i giocatori a perdere progressivamente prestazioni e capacità di tenuta durante la stagione, a causa di un sovraccarico eccessivo. La principale contromisura è la rotazione, che però nelle grandi squadre come il Barcellona è limitata, perché si vuole sempre schierare i migliori. Se ci fossero due squadre, sarebbe più facile far giocare i giovani nelle competizioni minori, ma nella realtà questo è complicato.

Per affrontare il problema è fondamentale migliorare il supporto a livello condizionale, ovvero preparazione fisica e assistenza medica, per prevenire gli infortuni e mantenere le prestazioni raggiunte nel pre-campionato. Durante l’anno si adottano micro-dosi di lavoro costanti, così da evitare un calo drastico rispetto al picco di forma iniziale.

ESCLUSIVA | JULIO TOUS PARTE 2: "FAR PARTE DEGLI AZZURRI UNA DELLE ESPERIENZE PIU' BELLE DELLA MIA VITA"

Lei non faceva parte dello staff originale di Flick, era già nel club e poi Flick è arrivato.

Esattamente. Quando Flick è arrivato, ha accettato la struttura già creata dal Barcellona, sia dal punto di vista fisico che fisioterapico, con un team di specialisti che ha appreso tecniche innovative sviluppate da Raúl Martínez. Questi metodi consentono una migliore rigenerazione dei tessuti dopo lo sforzo, favorendo il recupero dei giocatori.

Come vede la prossima stagione? I due rivali più forti del Barcellona nella Liga sono il Real e l'Atlético. Entrambi partecipano alla Coppa del Mondo per Club. Il Barcellona non è già molto avvantaggiato da questo punto di vista?

Sì, non possiamo negare che ci sia un'influenza perché il numero di partite accumulate in questa stagione per queste due squadre sarà molto più alto. A questo dobbiamo aggiungere le partite della Nazionale. Le due partite che potrebbero dover giocare almeno. E sarà, non so se definirlo un dramma, ma sarà molto complesso riuscire a rigenerare tutto questo carico agonistico accumulato nel poco tempo a disposizione. Perché la Liga, se non sbaglio, inizia il 16, 17 agosto.

"Con Ter Stegen, come al solito, hanno cercato di forzare il più possibile"

Parlando di singoli giocatori, quale pensa sia il problema di Ter Stegen? Perché un lungo infortunio per un portiere normalmente richiede tempo. Tuttavia, sembra che ci sia poca pazienza per questo.

È la solita storia. Quando hai un titolare che è stato fuori a lungo, tutti vogliono che rientri il prima possibile, e lui per primo. Quindi, inevitabilmente, si tende a forzare un po’ i tempi. In questo caso, credo che quello che sia successo quest’anno sia stato che, improvvisamente, c’era un portiere che aveva consolidato il suo posto, mentre il titolare stava spingendo per tornare. E i margini di tempo erano molto stretti. Alla fine, la decisione è dell’allenatore, spetta a lui, e tutto lo staff ha il compito di fornire i dati necessari per supportare o meno quella scelta.

Naturalmente, quest'anno c'è stata anche una circostanza particolare: quando Tek è tornato da titolare, la squadra, come ha detto anche l’allenatore, non aveva mai perso con lui in porta. Quindi, apparentemente, non c’era motivo per cambiare.

È stata una decisione molto delicata, ma anche comprensibile. Allo stesso tempo, se hai un altro portiere che è stato titolare e sente il bisogno di rientrare, allora devi gestire anche quella dinamica. Alla fine, credo sia andata com’era prevedibile: una scelta abbastanza logica, vista la situazione.

"Lewandowski ha una cultura del lavoro incredibile"

Ora volevo chiederle di Lewandowski, che ha avuto un rendimento spettacolare in questa stagione: qual è il segreto? 

Ovviamente dipende sempre dal giocatore. E lui è un giocatore che si è sempre preso molta cura di sé e che ha una cultura del lavoro incredibile e una predisposizione al lavoro.... 

Lo dicevamo sempre, soprattutto durante il periodo in Italia: "I difensori potrebbero fare i preparatori atletici". Hanno una tale cultura dell’allenamento e una predisposizione così marcata che, per dire, avrei potuto affidare l’intera seduta a Chiellini, Bonucci, Barzagli e compagnia e andarmene a prendere un caffè. È raro trovare attaccanti o marcatori con quella disciplina e quel carattere costante nel tempo. Ma Lewandowski, da questo punto di vista, è un’eccezione.

Se mi chiedete, da specialista, qual è il fattore determinante per restare ad alto livello anche in età avanzata per un calciatore, vi rispondo senza dubbio: il lavoro neuromuscolare ad alta intensità. Il lavoro metabolico – quello a lunga durata – deve diventare secondario.

È il sistema neuromuscolare a permetterti di restare competitivo: potenza, accelerazione, reattività. Da lì puoi poi costruire, convertendo quel lavoro in capacità di resistenza alla potenza, ma tutto parte da lì.

Se non hai strutture pronte a generare forza esplosiva e non le alleni per mantenerla, prima o poi arrivano gli infortuni, i cali, le prestazioni altalenanti. Lewandowski è stato sempre molto disciplinato, e un programma costruito su misura per lui, con queste basi, lo ha aiutato enormemente.

"Mi stupisce come Lamine possa essere così maturo e stabile a quell'età"

Ora, volevo parlare di Lamine Yamal, come si lavora con un genio di questo tipo?

Prima di tutto, la qualità di Lamine è evidente a chiunque lo osservi, ma devo ammettere che il primo giorno che l’ho visto mi sono letteralmente stropicciato gli occhi. Mi è sembrato di vedere, all’improvviso, una creatura tra una pantera e un serpente, per come si muoveva con una velocità e una fluidità impressionanti. Mi sono detto: "Ho visto bene? Se questo è il primo allenamento ed è già così, con un’esperienza ancora praticamente nulla, allora la qualità di questo ragazzo è davvero incredibile".

Quel che ha dentro è qualcosa di straordinario. Per giocare come gioca lui, non basta essere d’oro a 24 carati… lui è a 48. Dal punto di vista fisico, è ancora in fase di sviluppo, ma già oggi la potenza che riesce a imprimere sul pallone, la velocità con cui accelera e poi frena, sono abbaglianti. È chiaramente ‘cablato’ per fare sport ad altissimo livello. O ce l’hai, o non ce l’hai. E lui ce l’ha, come i più grandi della storia.

Ma la cosa che mi ha colpito di più è la sua maturità. È raro trovare un ragazzo così giovane, eppure già così stabile nel comportamento. Io, a quell’età, ero tutto fuorché stabile: sbalzi d’umore, discussioni in casa, la classica tempesta adolescenziale. Invece lui ha un equilibrio notevole. Credo che molto merito vada al lavoro fatto dal Barça e da La Masia: Lamine è educato, rispettoso, nello spogliatoio è sempre impeccabile.

Come molti ragazzi cresciuti lì, ha una cultura sportiva esemplare. Questo rende tutto più semplice anche per noi dello staff: quando c’è già una base così solida, il lavoro individuale si costruisce con naturalezza, come un abito su misura. E con uno come Lamine, diventa tutto più facile per chiunque ci lavori.

"Fermín si è infortunato a causa della mancanza di riposo"

Con Fermín si potrebbe dire che è simile a Rodri, che ha giocato tante partite la scorsa stagione ed è per questo che ha avuto questi infortuni.

Probabilmente sì. Anche Fermín ha avuto problemi di infortuni fin dall’inizio, perché non si era riposato abbastanza. Se non sbaglio, aveva giocato sia alle Olimpiadi che agli Europei vinti, quindi l’accumulo di impegni è stato davvero pesante. Quando ce ne siamo resi conto, la stagione era già iniziata.

Gli furono concesse due settimane di riposo, sempre se ricordo bene, ma a causa di questa mancanza di pausa adeguata, e tornando a quanto detto prima, è probabile che abbia avuto anche un infortunio molto raro e senza un’intensità apparente: la rottura del retto femorale in entrambe le gambe. Fortunatamente, non ci sono state conseguenze gravi e in quel caso specifico ha potuto essere operato. Da lì in poi, lo abbiamo gestito con un approccio più calibrato, portandolo a una velocità di crociera.