La Slovacchia ospiterà il Campionato Europeo Under 21 UEFA 2025 dall'11 al 28 giugno. La finale del 2025 sarà la terza dopo l'allargamento a 16 squadre, dopo l'edizione del 2021 in Ungheria e Slovenia e quella del 2023 in Georgia e Romania.
Alla Slovacchia, padrona di casa, si uniranno nella fase finale le 12 squadre che hanno superato la fase a gironi di qualificazione, conclusasi il 15 ottobre, e le tre vincitrici dei playoff del 15 e 19 novembre.
Il torneo segnerà il 25° anniversario del campionato, che si svolse in Slovacchia nel 2000. All'epoca fu la prima volta che il torneo prevedeva una fase a gironi con Repubblica Ceca, Spagna, Paesi Bassi e Croazia sorteggiate insieme nel Gruppo A, mentre Italia, Slovacchia, Inghilterra e Turchia finirono nel Gruppo B.
Flashscore ha parlato con un anonimo ex responsabile dei media UEFA, che all'epoca ricopriva una posizione chiave tra gli organizzatori slovacchi e la UEFA. Secondo lui, l'anno 2000 ha segnato una pietra miliare nell'organizzazione del Campionato Europeo Under-21.
"Totalmente colto di sorpresa"
"Fino a questo torneo, la UEFA aveva trattato l'U21 come un torneo giovanile, ma la Slovacchia è stata il primo passo verso l'espansione del torneo in un evento a livello di nazionali, una sorta di mini-EURO", ha dichiarato l'ex responsabile dei media UEFA.
Il torneo è stato organizzato appena un mese prima di EURO 2000, che si è svolto in Belgio e nei Paesi Bassi, ed è servito da perfetto antipasto per i senior che sarebbero poi scesi in campo. Questo è forse il motivo per cui l'interesse intorno al torneo è salito a livelli imprevisti, cogliendo totalmente di sorpresa la UEFA e gli organizzatori locali".
Ha proseguito: "È stato chiaro che l'interesse verso l'Under 21 era improvvisamente aumentato in modo sostanziale. Dai media, dal pubblico, anche dagli sponsor e soprattutto dagli osservatori".
"La Federcalcio slovacca e la UEFA hanno lavorato bene insieme, ma sono state portate al limite per tutta la durata del torneo, vista l'attenzione inaspettata".
"Una folla enorme ha assistito agli allenamenti a porte aperte di alcune squadre (Inghilterra, Italia, Spagna, Slovacchia) e le rispettive federazioni non si aspettavano che tutti i principali giornali mostrassero così tanto interesse".
L'attenzione inaspettata si è rivelata anche nel fatto che otto delle partite del torneo hanno attirato quasi 10.000 spettatori, mettendo sotto forte pressione il comitato organizzatore locale.
Gli scout accorsero per vedere le stelle emergenti
"Gli slovacchi hanno fatto un buon lavoro e hanno reagito rapidamente, ampliando le aree riservate ai media e aumentando la sicurezza negli stadi, ma è chiaro che per il successivo torneo europeo Under 21, che si è svolto in Svizzera nel 2002, sono state apprese molte lezioni", afferma l'ex responsabile dei media UEFA.
A giudicare dal numero di future stelle emergenti che hanno partecipato al torneo e che in seguito si sono trasformate in vere e proprie leggende del calcio, non è difficile immaginare il motivo del crescente interesse degli spettatori.
Se si considerano alcuni dei nomi che partecipano al torneo, ogni appassionato di calcio rimane senza fiato. Per quanto riguarda la Spagna, Carles Puyol stava compiendo gli ultimi passi per diventare un pilastro della retroguardia di Iñaki Saez, mentre Xavi Hernandez si stava trasformando nell'esuberante playmaker che poi è diventato.
Un vero e proprio esercito di osservatori si recò a vedere le partite dell'Inghilterra, dove un giovane Ledley King, insieme a Jamie Carragher, partecipava all'organizzazione della retroguardia dei Tre Leoni, mentre un talentuoso Frank Lampard si dimostrava molto promettente a centrocampo.
Mark van Bommel ha segnato uno dei gol più belli del torneo quando, dall'interno della propria metà campo, ha scavalcato con un pallonetto il croato Stipe Pletikosa per regalare all'Olanda una vittoria per 2-1 nella fase a gironi. Nella squadra olandese c'era anche un giovane centrocampista di Utrecht di nome Dirk Kuyt, che in seguito divenne una leggenda ad Anfield.

Andrea Pirlo rubò la scena
All'epoca Kuyt non sapeva che sarebbe diventato compagno di squadra al Liverpool di un astro nascente della squadra ceca, Milan Baros, che aveva già rivelato il suo potenziale in numerosi altri tornei giovanili prima di arrivare a Bratislava.
La star del campionato europeo Under 21 del 2000 in Slovacchia è stata, però, senza dubbio il playmaker italiano Andrea Pirlo.
Con un paio di gol, Pirlo si è presentato come uno dei giocatori da tenere d'occhio per il futuro e l'Italia ha conquistato il suo quarto titolo di Campione Europeo UEFA Under 21 in cinque anni con una vittoria per 2-1 contro la Repubblica Ceca a Bratislava.
È stato sicuramente un torneo da ricordare per il 21enne fantasista, che ha segnato un rigore nella vittoria iniziale degli Azzurrini per 2-0 contro l'Inghilterra prima di essere espulso nel pareggio per 1-1 con i padroni di casa della Slovacchia due giorni dopo.
Un'Italia forte, che comprendeva giocatori del calibro di Gennaro Gattuso, Christian Abbiati, Cristiano Zanetti, Francesco Coco e Roberto Baronio, sarebbe arrivata in finale, dove affrontò, appunto, la Repubblica Ceca.
In una partita divertente ed equilibrata, Pirlo aprì le marcature dal dischetto dopo 42 minuti. Tomas Dosek mandò poi in visibilio i 12.000 spettatori, la maggior parte dei quali aveva attraversato il confine con la Repubblica Ceca per assistere alla partita, pareggiando poco dopo l'intervallo.
Ma il pubblico si sarebbe ammutolito poco dopo, quando Pirlo segnò il gol della vittoria a nove minuti dalla fine della partita con un calcio di punizione dai 25 metri, una prodezza che sarebbe poi diventata il suo marchio di fabbrica.