Ripensate al novembre 2024, quando la dirigenza del Manchester United riconobbe l’ennesimo passo falso nel confermare Erik ten Hag e decise di esonerarlo, ponendo fine al suo incarico.
In quel momento Ruben Amorim era visto come il salvatore dello United. Un allenatore giovane, affamato ed emergente, con grandi idee e un curriculum meraviglioso. Un curriculum che lo ha visto lasciare lo Sporting con un incredibile 88,2% di vittorie nelle 17 partite di cui si è occupato in questa stagione prima di trasferirsi all'Old Trafford.

Prima della stagione 2024/25, la percentuale di vittorie più bassa di Amorim con i giganti portoghesi era stata del 54,5% in 11 partite (2019/20), ma una volta creata la squadra che voleva e fatta giocare in un certo modo, una percentuale di vittorie del 70% (2022/23, 28 vittorie in 40 partite - ancora piuttosto buona) è stato il suo peggior risultato.
Amorim doveva essere la salvezza del Manchester United
Sir Jim Radcliffe e il suo consiglio di amministrazione avrebbero voluto far credere a tutti che fosse l'uomo giusto per prendere finalmente il posto di Sir Alex Ferguson. Per riuscire dove David Moyes, Louis van Gaal, Jose Mourinho, Ole Gunnar Solskjaer, Ralf Rangnick e Ten Hag avevano fallito.
Eppure eccoci qui, a quasi sei mesi e mezzo dal suo debutto sulla panchina dei Red Devils: o lo United è guidato da qualcuno che finge di essere Amorim, oppure il tecnico portoghese non ha la stoffa per un top club. Oppure, come ripetuto più volte, il vero problema resta una rosa semplicemente non all’altezza.

Sebbene sia legittimo sostenere che ogni allenatore possa non essere compatibile con un determinato club, la situazione del Manchester United è decisamente particolare.
Tutti i tecnici passati da Old Trafford, Amorim, Van Gaal, Mourinho, Ten Hag, hanno ottenuto successi altrove, spesso vincendo campionati o coppe.
Per questo, liquidare chiunque accetti quel ruolo come “non abbastanza bravo” è una semplificazione comoda, ma superficiale.
13 ko in 25 partite di Premier League sotto la guida di Amorim
Ciò che colpisce nel caso di Amorim, tuttavia, è il rendimento deludente della sua squadra in ambito nazionale.
A una sola giornata dal termine della Premier League, il Manchester United è inchiodato al 16° posto, appena un punto e una posizione sopra il Tottenham, ironia della sorte, proprio l’avversario nella finale di Europa League.

Nelle 25 partite di Premier League dirette da Amorim, il Manchester United ha ottenuto solo sei vittorie, sei pareggi e ben 13 sconfitte.
Una percentuale di successi ferma al 24% che, di per sé, sarebbe già allarmante.
Ma il dato diventa ancora più significativo se si considera che la squadra è sempre riuscita ad andare in gol, pur subendo 40 reti nello stesso arco di tempo: un segnale evidente che i problemi non si limitano all’attacco, ma investono anche l’equilibrio difensivo.
Una storia diversa in Europa
Per dare un'ulteriore prospettiva di quanto lo United sia caduto in basso a livello nazionale, tre delle sue vittorie in campionato nel 24/25 sono arrivate contro le tre squadre retrocesse: Ipswich, Southampton e Leicester. Le altre sono state Fulham, Everton e un Manchester City fuori forma, che a sua volta ha vissuto una stagione terribile per i suoi standard.
In Europa, invece, è stata una storia completamente diversa.

Le 10 partite disputate dallo United in Europa League con Amorim in panchina hanno fruttato otto vittorie e due pareggi, con 28 gol segnati e 15 subiti, numeri nettamente superiori a quelli registrati nelle 15 gare europee sotto la guida di Erik Ten Hag.
La percentuale di vittorie del portoghese in questa competizione (solo con lo United) è dell'80%, molto più simile a quella del suo periodo allo Sporting e potrebbe suggerire che un modo di giocare più europeo è evidentemente adatto a questo manager.
Pur avendo a disposizione giocatori esperti che dovrebbero rendere molto di più con continuità, è innegabile che la Premier League rappresenti un campionato più fisico e forse meno tecnico rispetto a ciò a cui Amorim è abituato.
Va riconosciuta la sua determinazione nel mantenere il suo stile di gioco, ma arriva il momento di fare un bilancio e ammettere che qualcosa non sta funzionando.
La sconfitta in finale potrebbe segnare la fine di Amorim
In vista della finale di Europa League, il quarantenne ha lasciato intendere che il momento decisivo si avvicina rapidamente.
"Tutti qui devono pensare seriamente a molte cose", ha dichiarato.
"Tutti pensano alla finale di Europa League. La finale non è il problema. Abbiamo cose più importanti a cui pensare".
"Sto parlando di me stesso e della cultura del club e della squadra. Dobbiamo cambiare le cose. È un momento decisivo nella storia del club".
"Dobbiamo essere molto forti in estate e coraggiosi perché la prossima stagione non sarà come questa. Se iniziamo così, se il sentimento è ancora uguale, dovremmo dare spazio a persone diverse".

Se lo United dovesse fallire nel tentativo di conquistare il titolo europeo, la ricerca di un nuovo manager potrebbe accelerare, ma questo rischierebbe solo di riportare il club al punto di partenza. I problemi del Manchester United non possono essere attribuiti solo ai cambi di allenatore.
Serve un’analisi più profonda su cosa realmente debba cambiare, accompagnata da un confronto aperto e sincero sul perché i giocatori di talento faticano a rendere al massimo in una delle istituzioni più prestigiose del calcio.
