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La rivincita di Italiano e Saputo: il Bologna non è un miracolo, ma un club esemplare

Vincenzo Italiano e Joey Saputo, allenatore e presidente del Bologna
Vincenzo Italiano e Joey Saputo, allenatore e presidente del BolognaDOMENICO CIPPITELLI / NurPhoto / NurPhoto via AFP
Dopo il trionfo in Coppa Italia contro il Milan, il tecnico di origini siciliane si è scrollato di dosso l'etichetta di "perdente delle finali" mentre il presidente ha dimostrato che i risultati ottenuti con Thiago Motta non erano legati a una sola persona, bensì frutto di un solido progetto a lungo termine.

La scorsa estate non erano in pochi a pensare che Vincenzo Italiano avesse preso la decisione sbagliata, accettando l'offerta del Bologna di sostituire un Thiago Motta che aveva appena conquistato una storica qualificazione in Champions League.

E già, perché il pericolo era che la lunga ombra del tecnico brasiliano lo avrebbe potuto tormentare per l'intera stagione. E, invece, a primavera inoltrata è abbastanza evidente che a scegliere male il proprio futuro non sia stato lui.

Mentre l'avventura di Motta alla Juventus si è conclusa, infatti, con un rumorosissimo esonero ben prima della conclusione della campagna 2024-2025, Italiano ha appena permesso al club rossoblu di riaprire, 51 anni dopo l'ultima volta, la propria bacheca.

Meglio la Coppa

Qualcuno potrebbe dire che una qualificazione in Champions League è molto più importante di una Coppa Italia. Ma chi doveva pronunciarsi su questo lo ha fatto in più di un'occasione e la verità è che i dirigenti del Bologna, l'ultimo a farlo è stato il ds Marco Di Vaio qualche giorno fa, non hanno mai avuto dubbi: "Meglio la Coppa".

Una convinzione che la società emiliana ha maturato quando la squadra di Italiano era quarta e non con il senno di poi di chi era stata superata in classifica dalla Juventus e dalle romane: il presidente Joey Saputo voleva regalare un trofeo a se stesso e ai propri tifosi e, grazie al suo nuovo condottiero, ce l'ha fatta.

I voi della finale di Coppa Italia
I voi della finale di Coppa ItaliaFlashscore

Il doppio riscatto

E dire che l'allenatore di origini siciliane era reduce da tre finali perse nelle ultime due campagne sulla panchina della Fiorentina. A cominciare da quella della Coppa Italia 2023 contro l'Inter. Qualche giorno dopo arrivò, invece, la prima delle due sconfitte rimediate nell'arco di 12 mesi nell'ultimo atto della Conference League: a conquistare il trofeo della minore tra le competizioni europee furono, infatti, il West Ham e l'Olympiacos.

Ed è per questa ragione che l'ex tecnico viola e il presidente Saputo avevano diversi obiettivi in comune, a cominciare proprio dalla voglia di vincere un trofeo e guadagnarsi il rispetto di chi continuava, da un lato, a definire "miracolo" quanto ottenuto da Motta l'anno prima e, dall'altro, che Italiano era un allenatore bravo a portare le squadre in finale, ma incapace di vincerle. Missione compiuta su tutti e due i fronti.