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Finale di Coppa Italia, Milan-Bologna: Conceiçao affronta Italiano e i suoi fantasmi

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Vicenzo Italia e Sergio Conceiçao
Vicenzo Italia e Sergio ConceiçaoALESSANDRO SABATTINI / GETTY IMAGES EUROPE / Getty Images via AFP
I rossoneri arrivano alla finale di Coppa Italia con l'obbligo di vincere, mentre per i rossoblu, quello di conquistare un trofeo 40 anni dopo l'ultima volta, è un sogno. Prova ne sia che, così come Vincenzo Italiano è sicuro che l'anno prossimo rimarrà al Dall'Ara, Conceiçao non potrà dire la stessa cosa nemmeno in caso di trionfo a Roma.

Venerdì scorso a San Siro è finita 3-1 a favore del Milan che ha ribaltato il Bologna negli ultimi 20 minuti. Tuttavia, ci sono buone ragioni per credere che, indipendentemente da quale sarà l'epilogo finale, quella di domani sera all'Olimpico sarà una partita diversa. Una partita che vale un titolo: la Coppa Italia.

Alla vigilia della semifinale d'andata di Champions League, l'allenatore del Barcellona, Hansi Flick aveva fatto capire che non si fidava minimamente di un'Inter reduce da tre sconfitte consecutive: "La Champions League è un'altra cosa". Aveva, suo malgrado, ragione.

La finale di Coppa Italia
La finale di Coppa ItaliaFlashscore

Una frase vale che potrebbe tranquillamente diventare lo slogan della Coppa Italia, il torneo imprevedibile per definizione. Per maggiori informazioni chiedere a Fiorentina, Napoli, Juventus, Atalanta e Inter, queste ultime due eliminate proprio dalle finaliste del torneo nonostante partissero con i favori dei pronostici.

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Ed è per questa ragione che Sergio Conceiçao è il primo a sapere che lo scontro diretto di pochi giorni influirà relativamente poco sul match che dirigerà l'arbitro Maurizio Mariani che, casualmente, è anche l'arbitro che ha diretto l'incontro d'andata vinto, in quel caso, dal Bologna.

I fantasmi di Sergio

Considerato che la scorsa estate, gli obiettivi dei due club erano sensibilmente diversi, oggi, Bologna e Milan si ritrovano a disputare la finale di Coppa Italia con la stessa voglia di vincere, ma con una pressione sulle spalle decisamente diversa.

E già, perché quello che per i rossoblu è un sogno, per i rossoneri è un obbligo. Prova ne sia che, così come Vincenzo Italiano è sicuro che l'anno prossimo rimarrà al Dall'Ara (a meno che non sia lui a decidere il contrario), Conceiçao non sarà sicuro della sua permanenza a Milano nemmeno in caso di trionfo a Roma.

Quello che è certo è che, se non dovesse battere il Bologna, il tecnico portoghese dirà addio alle luci di San Siro, nonostante non sia lui il principale responsabe della fallimentare campagna del Diavolo. E già, perché non sarà di certo l'eventuale vittoria in Coppa Italia a cambiare il segno della stagione rossonera.

Detto questo, non si può fare a meno di notare come le uniche gioie ai tifosi milanisti le abbia regalate proprio l'ex allenatore del Porto che, appena arrivato, ha conquistato una Supercoppa superando la Juventus in semifinale l'Inter in finale. Nerazzurri caduti anche qualche mese dopo sotto i colpi della sua squadra nella semifinale di Coppa Italia.

Il sogno rossoblu

Dalla loro, invece, Orsolini e compagni arriveranno nella capitale con la mente sgombra di preoccupazioni e l'entusiasmo di chi ha l'ambizione di riscrivere la storia del Bologna aggiugendo, oltre 40 anni dopo l'ultima volta, una Coppa Italia alla bacheca del proprio club.

"Coppa Italia o qualifcazione in Champions? Scelgo la Coppa Italia", ha, non a caso, ammesso il ds rossoblu, Marco Di Vaio: "Giocare le finali è bello, vincerle è indescrivibile".

E, per capire le dimensioni di quanto sia grande e importante il sogno del Bologna, basterebbe anche solo ricordare che, all'ombra delle due torri, né lui né Giuseppe Signori né un certo Roberto Baggio ci sono riusciti.