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Il Rose Bowl: viaggio nello stadio dove il sogno di Baggio e degli italiani diventò incubo - VIDEO

Il dischetto da dove Baggio sbagliò l'ultimo rigore di Italia-Brasile
Il dischetto da dove Baggio sbagliò l'ultimo rigore di Italia-BrasileFabio Russomando
Era il 17 luglio del 1994 e a Pasadena andava in scena la finale della Coppa del Mondo. Ai rigori vinse il Brasile e per gli italiani, il luogo iconico per gli americani, si trasformò in un triste ricordo.

Ci sono immagini che restano impresse nella nostra memoria, scene che ci portiamo dentro per tutta la vita. Una di queste, per tutti gli italiani, tifosi di calcio o non, è il rigore sbagliato da Roberto Baggio contro il Brasile nella finale dei Mondiali del 1994.

Era il 17 luglio. La finale si decide ai rigori: Italia contro Brasile. Avevano già sbagliato Daniele Massaro e Franco Baresi. Il quinto rigore è nei piedi del "condino magico". Troppo bravo per poterlo sbagliare. Troppo forte per non mettere la palla alle spalle di Claudio Taffarel.

Dentro il Rose Bowl

Rose Bowl
Fabio Russomando

Così pensano tutti gli italiani incollati alla tv, prima di quel fatidico calcio di rigore. Baggio si presenta sul dischetto, parte e calcia alto sopra la traversa. Per il Brasile è festa grande. Per l’Italia, invece, è un incubo e il Rose Bowl, lo stadio di Pasadena, in California, è la scena di un horror hollywodiano che trasforma il tutto in un incubo.

Il dischetto fatidico

Così da vicino, probabilmente, non l’avete mai visto: quello che vedete nella foto di copertina è il fatidico dischetto dal quale Baggio fece partire il suo tiro. L’ultimo rigore di Italia-Brasile, proprio qui a Pasadena, che consegnò la Coppa del Mondo a Dunga e compagni.

Un momento che è entrato nella memoria collettiva del nostro Paese, diventando anche il simbolo del dolore sportivo italiano e dello stesso Roberto Baggio.

Luogo iconico

Ma il Rose Bowl non è soltanto una ferita per il calcio italiano: è anche un luogo profondamente simbolico per la cultura americana, un tempio sportivo e popolare che va ben oltre il calcio.

Costruito nel 1922, in uno stile architettonico ispirato agli stadi europei, il Rose Bowl ha oltre cento anni di storia ed è stato dichiarato monumento storico nazionale. La sua importanza non risiede soltanto nell’età o nella grandezza (può ospitare oltre 90.000 spettatori), ma in ciò che rappresenta.

Gli esterni del Rose Bowl
Gli esterni del Rose BowlFabio Russomando

Questo stadio è il palcoscenico del celebre Rose Bowl Game, una delle partite di football americano universitario più antiche e prestigiose degli Stati Uniti, giocata ogni anno il 1º gennaio. È un evento che coinvolge milioni di spettatori, simbolo della tradizione sportiva americana.

Nel tempo, il Rose Bowl è diventato un'icona anche per il mondo della musica e dell’intrattenimento: qui hanno suonato artisti del calibro degli U2, dei Rolling Stones, di Beyoncé e dei Depeche Mode. È un luogo in cui la cultura pop si intreccia con lo sport, in cui generazioni di americani sono cresciute assistendo a eventi che sono entrati nell'immaginario collettivo.

Rose Bowl
Rose BowlFabio Russomando

Uno stadio che ha scritto pagine epiche, non solo nel football e nella musica, ma anche nel calcio: dalla finale del Mondiale maschile del 1994 a quella del Mondiale femminile del 1999, anche questa conclusasi ai rigori e che ha segnato un momento storico per lo sport femminile americano. La vittoria degli Stati Uniti sulla Cina con l'ultimo rigore realizzato da Brandi Chastain e che entrò nella memoria collettiva anche grazie alla sua esultanza.

Il Rose Bowl è tutto questo: uno stadio, sì, ma anche un luogo della memoria, una cattedrale sportiva immersa nel sole californiano. E per noi italiani resterà per sempre nella nostra mente e che non dimenticheremo mai.

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