C’era una volta, nelle calde estati italiane, il supplizio dei preliminari di Champions League.
Un appuntamento che trasformava le vacanze in veri e propri incubi per tifosi e squadre, popolato da nomi che oggi evocano sorrisi nostalgici e ricordi amarissimi: Helsingborg, Werder Brema, Braga e il fantasma di Maicosuel, “O Mago” che con un cucchiaio sbagliato su rigore firmò uno dei momenti più memorabili (ovviamente in negativo) della storia dell’Udinese.
L'errore di Recoba e la rimonta del Werder Brema
Il 23 agosto 2000 resta scolpito nella memoria dei tifosi interisti: l’Inter cadde 1-0 in Svezia contro l’Helsingborg, che apparve quasi come un fantasma dall’altra parte del Mare del Nord. Al ritorno a San Siro, i nerazzurri sembrarono avere il controllo: palo di Zamorano, traversa di Jugović, e poi il rigore di Recoba che sfumò tra le mani del portiere svedese. L’epilogo fu uno 0-0 che consegnò alla leggenda un’estate amara, e trasformò l’attesa di una stagione in un incubo.
Non meno drammatica fu l'avventura europea della Sampdoria, nel 2010, contro il Werder Brema. All’andata in Germania, i doriani persero 3-1, con Pazzini a segnare all’ultimo minuto per un barlume di speranza. Al ritorno a Marassi, Cassano firmò un 3-0 che sembrò ribaltare tutto, ma al 93’ Rosenberg insaccò un diagonale che mandò la sfida ai supplementari.
E lì, Claudio Pizarro punì la Samp con un gol da fuori area che eliminò i blucerchiati dalla Champions, sancendo poi un inverno europeo doloroso: eliminazione dall’Europa League e una stagione in campionato segnata da ansie e rimonte mancate.
Il cucchiaio di Maicosuel e altri drammi italiani
Anche l’Udinese conobbe bene l’amaro calice dei preliminari: nella stagione 2010-11, con Di Natale in campo e Handanovic tra i pali, affrontò l’Arsenal. La sconfitta 1-0 a Londra e l’1-2 al Friuli condannò i friulani, ma l’anno successivo la crudeltà si ripeté contro il Braga.
L’andata in Portogallo finì 1-1, il ritorno identico; tutto si decise ai rigori. Maicosuel, arrivato quell’estate dal Brasile, sbagliò il cucchiaio e trasformò la gloria in beffa, condizionando un’intera stagione di potenziale grandezza.
E l’elenco continua: Parma (1999 e 2001), eliminato da Rangers e Lille; Chievo, spazzato via dal Levski Sofia nel 2006; Napoli, fermato dall’Athletic Bilbao nel 2014; Lazio, eliminata dal Bayer Leverkusen nel 2015; Roma, sorpresa dal Porto nel 2016.
Dieci eliminazioni in diciassette anni, ognuna con storie precise, gol all’ultimo minuto, rigori sbagliati, rimonte sfumate. Le estati italiane non furono mai vacanze: il caldo, la preparazione incompleta, le trasferte improbabili rendevano ogni preliminare una roulette russa, dove il risultato poteva cambiare al minimo errore.
Un incubo che non si ripeterà
Oggi, quella mitologia dei preliminari è quasi scomparsa. Le riforme UEFA hanno assicurato alle prime classificate della Serie A l’accesso diretto alla rinnovata fase a campionato di Champions League, eliminando il rischio di drammi estivi e garantendo una maggiore stabilità alle squadre italiane.
Pur avendo recentemente perso un posto in Champions, l’Italia può contare comunque su quattro squadre che approdano direttamente alla fase a girone unico, sottraendosi alle crudeltà di agosto che per anni hanno segnato intere stagioni e il cuore dei tifosi. Addio Helsingborg, Werder Brema e Maicosuel: l’incubo estivo ora sopravvive solo nei ricordi.
C’è, però, un piccolo brivido da vivere ancora, in Conference League: la Fiorentina si gioca un posto nella fase a campionato giovedì. Dopo il 3-0 dell’andata, i viola sembrano al sicuro, ma nel calcio europeo nulla è mai completamente scritto.

I turni di qualificazione estivi hanno insegnato che un vantaggio rassicurante può evaporare, e che persino squadre apparentemente solide possono cedere sotto la pressione di agosto.
La memoria di quelle storiche sfide preliminari, dunque, resterà sempre viva: un monito di quanto il caldo estivo possa trasformarsi in gelo e oscurità, condannando una stagione ancor prima che inizi.