Nel lungo regno blanco di Florentino Pérez, cominciato nell'anno 2000 e ancora vigente, c'è una piccola grande parentesi di due anni e mezzo iniziata nel 2006 e finita nel 2009.
Quando il presidente galáctico decise, infatti, di fare un passo indietro - ma solo per prendere la rincorsa e tornare in sella più forte di prima - a prendere il suo posto fu, infatti, Ramón Calderón che, nelle due stagioni e mezza passate sulla poltrona più importante della Casa Blanca, vinse due volte la Liga, ma soprattutto portò al Santiago Bernabéu il più forte calciatore della storia del Real Madrid (assieme ad Alfredo Di Stefano).
Ed è proprio con l'uomo che ingaggiò - poco prima della fine del suo mandato, facendo andare su tutte le furie lo stesso Pérez - Cristiano Ronaldo che abbiamo analizzato la supersfida degli ottavi di finale della Champions League, che metterà di fronte il Real all'Atlético, e più in generale l'attualità merengue, compreso il ruolo di parafulmine assunto da Carlo Ancelotti.
Presidente Calderón, il Real Madrid non arriva alla sfida nel suo miglior momento di forma.
"Con gli infortuni che abbiamo... Diciamo che la sconfitta contro il Betis è una partita finita male in un momento in cui stiamo pensando già a quella di Champions League contro l'Atlético Madrid. Come tutti i tifosi sanno, la Champions è il nostro torneo preferito, quello in cui la squadra e i tifosi mostrano sempre una grande unità. È vero che abbiamo perso, ma non dobbiamo dare molta importanza a questo passo falso".
A proposito di infortuni, l'ultimo a farsi male è stato Ceballos. Vista la situazione d'emergenza, non era il caso di rinforzare la rosa a gennaio?
"Ai miei tempi abbiamo preso Higuaín, Marcelo e Gago. Era un'opportunità da sfruttare perché erano ragazzi giovani e talentuosi, ma l'esperienza dimostra che è difficile prendere giocatori a gennaio che, poi, riescano davvero a migliorare quelli che sono già in squadra. E poi non credo che le risorse del club siano illimitate. L'investimento che è stato fatto per lo stadio non credo che consenta di sostenere spese maggiori di quelle già fatte".

Manchester City e Psg, invece, non sembrano avere di questi problemi...
"Probabilmente perché hanno una mentalità diversa".
Metalità, portafogli e, forse, anche regole diverse...
"Ripeto, per quella che è stata la mia esperienza, il mercato invernale per un grande club è sempre molto difficile anche se è vero che, nel caso delle due squadre che ha nominato, sicuramente entrano in gioco discorsi diversi".
Fatto sta che, per Ancelotti, fare la formazione è diventato un rebus e, ciononostante, è sempre lui il parafulmine del club contro le critiche.
"Sì, è vero, perché è sempre più facile dare la colpa a un allenatore che non a 22 calciatori. Questo club è speciale, è molto complicato e mette molta pressione a tutti coloro che ne fanno parte. Ma penso che mettere in discussione Ancelotti sia un errore. Ha vinto tutto l'anno scorso. È un allenatore che gestisce molto bene la pressione e che è sempre stato in grado di trovare la quadra giusta. E non è facile perché quello del Real è uno spogliatoio molto difficile. Devi gestire molti ego cercando di accontentare tutti. Metterlo in discussione mi sembra un tremendo errore, un'ingiustizia".
Però, come ha detto lo stesso Carletto, subito dopo aver eliminato il City, "alla prossima sconfitta, i critici torneranno". E così è stato.
"Ancelotti ha dimostrato di essere un allenatore straordinario e perfetto per il Real Madrid, perché l'allenatore del Real non dev'essere il protagonista e questo lui lo sa fare molto bene. Sa gestire molto bene gli equilibri della squadra e tatticamente penso che sia un allenatore molto bravo. Ripeto, ha vinto tutto l'anno scorso. So bene, però, che questo club è così, l'esigenza è sempre massima, ma è proprio su queste basi che si è costruita la leggenda del Real. Qui la vittoria è considerata scontata. Ogni anno si ricomincia da zero".

Dall'altra parte, ci sarà un altro grande allenatore, il Cholo Simeone.
"È vero e il suo merito è quello di aver mantenuto alto il livello del club anche quando non sono stati investiti molti soldi. Quello che sta facendo Simeone con l'Atlético Madrid è davvero encomiabile. Conosce molto bene il club, anche perché prima di allenarlo ci ha giocato. Sarà sicuramente un avversario durissimo, sia in vista della gara d'andata che di quella di ritorno".
C'è un favorito?
"L'eliminatoria mi sembra molto equilibrata, ma credo che, alla fine, sarà il Real Madrid a qualificarsi perché può contare su calciatori che possono vincere le partite in una o due mosse. Penso che l'attuale tridente blanco sia molto difficile da migliorare anche se è vero che l'Atlético difende molto bene. Basano quasi tutto sulla loro forza fisica e su quella della loro difesa. Difendono tutti assieme".
Crede che l'Atlético riuscirà a tenere il passo di Barça e Real Madrid fino alla fine in campionato?
"Durante la stagione, l'Atlético ha dimostrato di non riuscire a essere costante. Ha perso partite che avrebbe dovuto vincere facilmente. Ma, quest'anno, la stessa cosa è successa anche al Barcellona e al Real Madrid. Sì, credo che sarà un campionato molto equilibrato fino alla fine, il che è positivo per la competizione. A essere fondamentali potrebbero essere gli scontri diretti e ce ne sono ancora due da giocare: Atlético Madrid-Barcellona e Barcellona-Real Madrid. Mancano ancora tante giornate, difficile individuare un favorito".

E in Champions?
"Beh, il Barcellona sta giocando molto bene. Sono riusciti a combinare alla perfezione l'esperienza di gente come Lewandowski a calciatori giovani come Lamine Yamal o Balde. Detto questo, sono convinto che il Real Madrid abbia una squadra molto affidabile e con un reparto offensivo top".
Il problema è alle loro spalle.
"Fare a meno di Toni Kroos non è stato semplice. Quando si è ritirato era ancora uno dei migliori centrocampi del mondo. E, allo stesso tempo, Modric non può più giocare tutte le partite al più alto livello. No, non è facile per l'allenatore risolvere questo problema, ma sinora ci è riuscito abbastanza bene. Sì, il Real Madrid resta il principale favorito in Champions".
Chiudiamo con il suo pupillo. Che effetto le fa veder giocare Cristiano Ronaldo in Arabia?
"Avrebbe avuto ancora la possibilità di giocare in un club europeo ma, da quanto ne so, le offerte che ha ricevuto non sono state di suo gradimento. E poi è anche vero che i soldi che gli sono stati offerti sono difficili da rifiutare. È un tipo di decisione che i giocatori prendono spesso alla fine della loro carriera. Lo ha fatto anche Benzema e va anche bene così. Se non hanno offerte per giocare in club di alto livello, come hanno fatto sempre, non penso sia una cattiva idea, anche perché l'Arabia Saudita sta scommettendo per davvero sul calcio, in vista del Mondiale che ospiteranno, e lo stanno facendo non solo portando a Riad vecchie glorie, ma anche ingaggiando giovani interessanti".
