Nel gelo dell’Aspmyra Stadion, i bianconeri hanno conquistato un successo che va ben oltre il punteggio: è un colpo che cambia la geografia della classifica e restituisce fiducia a un gruppo che finora aveva navigato tra luci e ombre.
Il successo in Norvegia ha infatti proiettato la Juventus di Spalletti dentro la zona playoff, un traguardo che fino a qualche settimana fa sembrava più un auspicio che una possibilità concreta. Eppure, quando si combinano un gol pesante e una serie di incastri favorevoli, la stagione può prendere una piega del tutto diversa.
Per estromettere al termine di questa giornata i bianconeri dalle prime ventiquattro della League Phase, servirebbe un incastro quasi utopico di risultati: il PSV dovrebbe espugnare Anfield, una tra Monaco e Pafos imporsi nello scontro diretto, il Bruges fare l’impresa a Lisbona e l’Eintracht superare l’Atalanta. Tutto, rigorosamente, nell’arco della stessa serata.

Riecco Openda e David
A dare ossigeno alla Juventus, e forse anche una direzione diversa alla stagione, sono stati due giocatori che fin qui avevano lasciato più dubbi che certezze: Jonathan David e Loïs Openda. Entrambi arrivati in estate con credenziali importanti, entrambi rimasti ai margini sotto la guida di Tudor e Spalletti.
Il rendimento non era stato all’altezza delle attese: Openda non aveva ancora trovato il gol in bianconero - 296 minuti a vuoto in campionato - mentre David si era fermato alla rete della prima giornata di Serie A (24 agosto), senza più incidere.
A Bodø si è mosso qualcosa. Il loro contributo è arrivato nel momento in cui serviva, e questo può cambiare parecchio. Giocatori del loro livello, quando ritrovano fiducia, possono spostare l’equilibrio delle partite e dare continuità all’intero reparto offensivo.
Soprattutto se accanto a loro c’è un Yildiz che continua a confermarsi decisivo ogni volta che conta.
Gli scenari europei
Il valore più profondo del successo in Norvegia, però, sta nei numeri. Con 6 punti e una differenza reti perfettamente in equilibrio (10 segnati, 10 subiti), la Juventus si posiziona al 21° posto del maxi girone. Nella prima edizione del nuovo format, l’asticella per accedere ai playoff si era fermata a 11 punti, con un margine reti importante. Un riferimento che oggi aiuta a contestualizzare la rincorsa bianconera.
La passata stagione la Juve chiuse la fase campionato al 20° posto con 12 punti, mentre il PSG - poi campione d’Europa - ne collezionò 13, appena cinque gradini più su. Proporzioni che spiegano bene quanto il margine sia sottile in Champions.
Adesso, però, il percorso è nelle mani di Spalletti e dei suoi giocatori. Le due gare casalinghe contro Pafos (10 dicembre) e Benfica (21 gennaio) sono due match point enormi: fare il pieno porterebbe i bianconeri a quota 12, una soglia che difficilmente lascerebbe fuori dai playoff. E significherebbe affrontare l’ultima trasferta, quella al Louis II contro il Monaco di Pogba, con la consapevolezza di avere il destino già piegato nella direzione giusta.
Esiste poi il sentiero più ambizioso: tre vittorie nelle ultime tre partite. Quindici punti complessivi non assicurerebbero comunque l’accesso diretto agli ottavi - lo scorso anno non bastarono - ma consegnerebbero alla Juve un vantaggio di enorme peso: un sorteggio più favorevole e il ritorno degli spareggi all’Allianz Stadium.
A febbraio, quando ogni dettaglio diventa decisivo, giocare la seconda partita davanti al proprio pubblico può cambiare il destino di un’eliminatoria.
