La rendita del 2-1 dell'Allianz Stadium era minima. Lo sapeva bene la Juventus che è scesa in campo in casa del Psv con l'obiettivo di non speculare, anche se è dovuta partire compatta per evitare che le iniziative della squadra locale facessero effetto. Gli olandesi, infatti, hanno subito pressato sull'out mancino, dove il funambolo Lang che il principale indiziato a creare superiorità con la sua verve. Chi doveva dire addio al campo dopo dieci minuti scarsi era Renato Veiga, che vittima di un infortunio lasciava spazio a Cambiaso, il cui ingresso portava Kelly al centro della difesa.
Tra i bianconeri, oggi in giallo, il più vispo era il solito Conceicao, i cui veloci cambi di direzione mettevano in difficoltà la retroguardia avversaria. Era però il neo entrato Cambiaso a scagliare il primo fendente verso Benitez, che alla mezz'ora respingeva con solerzia un mancino secco ma centrale del difensore, ben inseritosi in area biancorossa. L'ex Genoa era però entrato benissimo, e una sua perfetta diagonale conclusasi con un tenero appoggio per Di Gregorio a spezzare un'offensiva avversaria ne confermava l'ottimo impatto nella gara.

Le idee in campo, però, erano scarse da ambo i lati, con la Juve che aveva avuto nel primo tempo solo una mezza occasione con Kolo Muani ben lanciato da Koopmeiners sul filo del fuorigioco. Il francese, però, non riusciva a concretizzare per via dell'ottimo posizionamento in uscita di Benitez. La ripresa vedeva la squadra di casa partire con convinzione, con Lang ancora una volta primo a suonare la carica accentrandosi da sinistra. L'opportunità più ghiotta, però, capitava al 50esimo sul mancino di Kolo Muani, scattato bene in verticale: il francese, però, sbatteva su un attento Benitez, che gli chiudeva lo specchio della porta.
La regola non scritta del calcio si palesava pochi minuti dopo. Un contropiede ben orchestrato sulla sinistra permetteva a Lang di scattare e accentrarsi con classe e velocità. Ma era il tracciante del numero 10 a fare la differenza con i suoi giri e la sua velocità. Destinatario quel Perisic che con la Juve ha ancora un conto in sospeso, e dopo uno stop a seguire calciava al volo nell'angolino basso, fulminando Di Gregorio. Era il gol che faceva scaturire la fiducia nei giocatori di casa, con Lang che un minuto dopo sfiorava il raddoppio con un tiro a giro che scendeva pochissimo lontano dal palo lontano.

La carica dei padroni di casa non accennava a diminuire, e all'ora di gioco solo un ben appostato Gatti evitava di testa il raddoppio di De Jong, come al solito dominante di testa. E dopo il salvataggio del centrale, arrivava l'inaspettato pari di Weah, che dopo una ribattuta su calcio da fermo trovava una sassata al volo che freddava Benitez. E dopo una lunga revisione del Var su un possibile fuorigioco di Kelly, l'arbitro Vincic dava il gol ai bianconeri.
Non calava, però, l'intensità di un Psv che sapeva di poter ancora farcela. E ad accendere i suoi era ancora Perisic, che al 74esimo si incuneava sulla destra, tracciando un cross basso con la velocità perfetta per De Jong, il cui difettoso controllo spiazzava Gatti ma favoriva l'inserimento di Saibari, che sparava con forza sotto l'incrocio, trovando il 2-1.
Motta, con le spalle al muro, inseriva Thuram e Yildiz per Locatelli e Conceicao ed effettuava un sorprendente cambio schierando Savona al posto di Koopmeiners. Il tutto mentre il Psv continuava a spingere in modo forsennato. L'ingresso di Malacia dava ulteriore frenesia all'attacco olandese, mentre Saibari confermava la sua ispirazione con un tiro da fuori e un inserimento potenzialmente molto pericoloso. All'88esimo Di Gregorio metteva il piede su un tiro secco rasoterra di Lang, imprendibile per Weah. Un forcing tambureggiante, quello dei biancorossi, che però non trovava sfogo nel gol decisivo.
Ai supplementari, Di Gregorio si faceva subito notare per stoppare un altro intervento dello scatenato Saibari, stavolta inseritosi coi tempi giusti dalla destra. La pressione del Psv trovava premio al 98esimo quando Bakayoko, entrato per Perisic, andava via sulla destra e crossava forte e basso: sul batti rocambolesco tra Di Gregorio e Gatti si avventava Flamingo, il cui tap-in valeva il gol del 3-1. Un vantaggio meritato dopo un dominio quasi totale.

Doma ma non morta, la Juve provava a rialzare la testa, e Savona sfiorava di testa il gol del 3-2. Poi, prima dell'intervallo Saibari sciupava un'altra occasione calciando troppo debole da buona posizione. Chi ci provava era il subentrato Vlahovic, il cui tocco ravvicinato però si stampava sul palo e aumentava la sua frustrazione per un momento difficilissimo.
A testa bassa e con più cuore che criterio, i bianconeri cercavano il gol che potesse portare il match ai supplementari. Al 114esimo il romantico assolo in sfondamento di Thuram veniva concluso da un sinistro troppo alto. L'occasione principale era invece per Til, che ben lanciato calciava su Di Gregorio da ottima posizione. I tre minuti di recupero vedevano Motta assistere alla triste e rassegnata recita dei suoi, che non trovavano né varchi né prodezze. E venivano buttati fuori dalla Champions dopo tante, troppe partite anonime.