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Formula 1: Ben Sulayem respinge le accuse di “regno del terrore” e si ricandida

Max Verstappen e Mohammed Ben Sulayem parlano durante il GP d’Arabia Saudita dello scorso 20 aprile a Jeddah.
Max Verstappen e Mohammed Ben Sulayem parlano durante il GP d’Arabia Saudita dello scorso 20 aprile a Jeddah. ANDREA DIODATO / NurPhoto / NurPhoto via AFP
Il presidente della Fia nega di aver instaurato un “regno del terrore” durante il suo mandato. E, nonostante le critiche e le tensioni con figure chiave del circus e gli stessi piloti, conferma la sua candidatura per un secondo mandato, sfidando Tim Mayer.

Il presidente della FIA, Mohammed Ben Sulayem, ha negato le accuse di aver instaurato un "regno del terrore" durante il proprio mandato ed ha lasciato intendere che i membri dell'organismo di governo del motorsport "sorridono" alla prospettiva di averlo in carica per altri quattro anni.

A dicembre scade il primo, controverso, mandato di Ben Sulayem ed il 63enne dirigente ha confermato che intende tentare il bis. Dovrà affrontare Tim Mayer, 59 anni, dopo che questi ha a sua volta annunciato la propria candidatura in occasione del GP di Gran Bretagna a Silverstone.

Lo scorso novembre Ben Sulayem ha licenziato Mayer dal suo incarico di presidente dei commissari di gara in Formula 1, che l'americano ricopriva da 15 anni. Diverse figure di alto profilo hanno lasciato la FIA sotto la guida di Ben Sulayem. Il suo vice, Robert Reid, ex copilota di rally, si è dimesso dall'incarico all'inizio di quest'anno.

Ha anche avuto diversi scontri con la Formula 1 ed alcune sue stelle, in particolare con Lewis Hamilton per l'abitudine del britannico di indossare gioielli nell'abitacolo e con Max Verstappen per le parolacce durante i team-radio. Lanciando la candidatura contro Ben Sulayem, Mayer ha attaccato la leadership dell'emiratino definendola "un fallimento" ed "una illusione di integrità".